Cartoline da Ravenna
Mi chiamano comunicatore di massa. Dicono che mi rivolgo a un pubblico universale, che racconto storie di personaggi esistiti ed esistenti. Che sono un cronista della realtà. E che non sono un cronista ortodosso. Poiché le pagine che scrivo sono intrise dei miei punti di vista, che gocciolano sospesi alle parole come fa il sudore dalla fronte di chi sa di esserne il protagonista, delle mie parole. Altro che Commedia.
Molte di queste cose non sono vere. Me ne accorgo percorrendo a ritroso il segmento spazio-temporale che mi ha portato da allora ad ora. Avrebbero potuto essere vere oggi, ma non nell’aprile 1300. Che stupidaggine…comunicatore di massa!
Sono stanco. Ritorno a casa a riposare. Mi calo nuovamente nella mia tomba.