Lo spirito di Ferragosto
Il fantasma di ciò che fui aleggiava a caso attraverso le latitudini europee sotto il sole rovente di Ferragosto. La cinta urbana a nord di Napoli all’inizio del XXI secolo non è necessariamente come a volte viene descritta: anonima, grigia, desolante. In realtà io scorgo angoli di serenità, cittadine che –forse a velocità troppo elevata, ma del contrasto tra evoluzione e inerzia hanno già discusso due amici prima– si sono sviluppate a partire da una matrice originariamente più rurale. In uno di questi posti tranquilli ho visto un cartello, la pubblicità di una ludoteca (“baby parking”, terribile). Niente di strano, se non fosse stato per il nome stesso della ludoteca: Serendipity.
E va bene che ho il cuore buono, va bene che non sono una persona in carne e ossa ma uno spirito, ma ciò mi ha davvero scosso. Mi sono seduto all’ombra (come se i fantasmi potessero sedersi!), e la mia mente ha cominciato ad aleggiare nel verso contrario a quanto il mio spirito aveva fatto per arrivare qui. E’ tornata a quel lunedì di fine gennaio del 1754. Quando mi trovavo nella mia villa-castello a Strawberry Hill. Quando guardavo dalle finestre il Tamigi scorrere, frenetico anch’esso come tutta Londra in quel periodo che voi avete chiamato Rivoluzione Industriale. Quando scrivevo quella lettera. Quando inventai io, io, quella parola: Serendipity.
Come la inventai, in quale contesto, cosa significa veramente questa parola, a cosa mi sono ispirato: saprete poi tutto. Ma di certo non ha a che fare con, boh, forse la “serenità” che dovrebbe far stare tranquilla una persona che porta nella ludoteca il piccolo. Ho capito che c’è stato un film abbastanza famoso con questa parola per titolo, ho capito che la mia parola ha un suono così dolce che può ispirare sentimenti positivi se associata a una ludoteca...ho capito anche che le parole dopo un po’ non sono più di chi le scrive ma diventano patrimonio di chi vuole usarle. E posso accettare tutto ciò. Però il significato non me lo stravolgete :( Non ferite così questo povero fantasma in giro per l’Europa.