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Inquadrami!

Questa è una storia molto strana. Non ho intenzione di parlarvene qui, sarebbe troppo lunga da spiegare. Però le sensazioni che ho provato, quelle sì. Posso fare il tentativo di condensarle.


L'anno scorso, durante un ponte festivo, ero andato a visitare la città tedesca di Monaco. Dopo un aperitivo a Marienplatz nell’attesa del mezzogiorno che porta con sé l’azionamento del carillon della torre con orologio –Glockenspiel–, ho pensato di recarmi alle pinacoteche cittadine. Ho visto dipinti di straordinaria densità. Impossibile farne un elenco completo. Posso ricordare a memoria opere di Botticelli, Giotto, Raffaello. E Cézanne, Manet, van Gogh. De Chirico, Picasso, Magritte. Ma la lista sarebbe molto più lunga. Poi, per qualche strano motivo, mi sono soffermato su un’opera minore. Joseph Rebell, Die Mole von Portici, 1818:

Mentre la osservavo, in una grande sala piena di luce che feriva il pulviscolo producendo una confortante quiete, altri visitatori attorno a me. Ognuno alle prese con qualche attività: una guida da leggere, uno smartphone da consultare, una persona con cui parlare, un’opera da ammirare. Lingue diverse. Abiti e abitudini diversi. E io in disparte.


E quel dipinto che continuava a magnetizzare la mia mente.

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