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Conversation on the beach

L’aria calda di un pomeriggio di maggio –nostri tempi– miscelava con sofficità gli elementi intorno. Innanzitutto, il silenzio della riva in quell’angolo remoto di costa. Poi il suono lievissimo delle onde del mare, reso calmo da alcune scogliere posizionate a distanza diversa e con una geometria che consentiva il ricambio continuo dell’acqua senza mai farla ingrossare. E la vista delle isole all’orizzonte, e il salmastro che risaliva le narici mie e della bambina di circa dieci anni a cui tenevo la mano passeggiando.


«Quand’eri piccolo tu, esistevano già i DVD?» chiese lei. Le risposi di no, i video in genere si potevano guardare con quelle che chiamavamo “videocassette”. «Quindi sia tu che quelli prima di te avevate queste cassette?». Le risposi ancora di no. In realtà le generazioni precedenti non usavano le videocassette VHS, ma altri sistemi come ad esempio quelli con proiettori a nastro.


Gelato. Sì, ci sta bene adesso. Il tappeto di alghe a riva riesce a ovattare anche i nostri passi. E’ tutto immerso in una nuvola morbida, compresa la panna del gelato preso al piccolo chiosco improvvisato in quell’angolo di mondo. Sotto la roccia dove ricade senza sosta un canale d’acqua fredda da bere.


«Sai che anche i DVD di cui parli non appartengono alla tua generazione?» le dissi. «Ormai stanno diventando non più necessari, come prima le videocassette e prima ancora i proiettori. Non più necessari perché i video oggi li puoi vedere direttamente come file, su YouTube o altrove». «Quindi» chiese lei «in futuro saranno sempre e solo file?».


Le parlai dell’evoluzione umana. E di quella tecnologica, ricordando l’espressione usata dalla principessina Anastasia in un altro post. Parlavo a lei mentre il sole cominciava la sua china dietro le isole sullo sfondo. Parlavo a lei, ma in realtà chiedevo a me: «cosa non sarà più necessario?».

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