top of page

Col sole in volto

Un pomeriggio di fine marzo, in un tempo che noi chiameremmo “futuro”. Una ragazzina di dieci anni.



«Cosa pensi, cane?» chiese Ludovica al suo amico di taglia grande e dal pelo fulvo, camminando con difficoltà sui ciottoli misti a sabbia della ampia spiaggia. Il luogo era accidentato, quindi poco frequentato da avventurosi, improvvisati poeti, ragazzi innamorati, anziani col cuore lacerato da malinconia e solitudine, famigliole felici o sedicenti tali, elio-dipendenti della prima o dell’ultima ora. Ma la spiaggia era deserta non solo per quel motivo. Il CUM (Continente Unico Mondiale) annoverava fra i suoi abitanti meno di un miliardo di persone distribuite sulla Terra. Molto poche. Il continuo impiego di risorse nei secoli e secoli precedenti aveva condotto alla situazione attuale. La fame d’energia e materia dovuta alla popolazione in passato molto numerosa, e ai suoi stili di vita, non poteva che indirizzare la freccia della storia verso questa direzione.

«Cosa pensi, cane?» disse Ludovica mentre il sole cominciava la sua china alle spalle delle isole che facevano da tappeto verticale all’orizzonte. Nel chiederglielo, la ragazza aveva istinti di idee. In particolare, un contrasto: è vero, le generazioni precedenti hanno anteposto il loro istinto di conservazione personale, cioè il soddisfacimento della propria fame, alla salvaguardia del pianeta. Questo sembrerebbe a chiunque un atteggiamento miope, errato. Ma lo era davvero del tutto? E’ davvero mai esistita una generazione che non abbia concentrato i propri sforzi innanzitutto sul proprio “progresso”? E – se non è mai esistita – ciò vuol forse dire che quello che è accaduto risiede e ricade nell’ordine naturale delle cose? Cioè, benché sbagliato, ineluttabilmente destinato ad accadere?


Un secco vento di grecale iniziò a far sentire la sua presenza, e la cosa fece rabbrividire la ragazzina. Brividi che provenivano anche dalla rabbia perché avvertiva già a dieci anni il senso di impotenza di fronte alle leggi umane e naturali. Ludovica pensò a qualcosa di opposto rispetto alla fine. Pensò a come la vita era apparsa sul pianeta, proprio ora che la natura la stava togliendo dallo stesso. Lei, e forse anche il cane, fantasticarono di un pianeta altrove, di un passato antichissimo. Di una vita lì in via di distruzione. Di un trasferimento della vita stessa sul pianeta Terra. La vita che lei conosceva. Il suo pensiero si avviluppò nell’infinito indietro, e nell’infinito avanti. E, di fronte al sole rosso sulla via del tramonto, chiuse gli occhi sorridendo con un po’ di malinconia.


Featured Review
Riprova tra un po'
Quando verranno pubblicati i post, li vedrai qui.
Tag Cloud
Non ci sono ancora tag.
bottom of page