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Senza fine


Sì, sono io…non sono il primo robot, ma certamente rappresento la prima generazione di robot con cervello. Il vostro lontano successore. Lontanissimo. Alpha termina con me. E non date retta al primo di questa lista di post…Alpha sono io! Seduto qui su un altopiano spaziale.

Qualcosa mi disallinea. Mi rifletto in uno specchio. Però non vedo me stesso. Questo selfie spazio-temporale si distorce nel restituire non la mia immagine, ma quella del cavernicolo.


Ho paura che non si tratti solo di una questione visiva. Temo che la sovrapposizione sia molto più radicata. E’ come un incubo. Vivo i suoi stessi dubbi, i suoi cortocircuiti mentali. Niente da fare, non ne esco. Faccio poi mie le angosce della ragazzina di dieci anni del post precedente. E me ne incrocio. Per un sempre che va oltre l’idea stessa di tempo.


***

La traccia narrativa di Alpha sta per essere resa pubblica. Come già detto altrove, i racconti sono intervallati da sei brani in versi. Si tratta di un percorso parallelo a quello principale. Qualcun altro interverrà con nuovi post per parlarvene.


Se però ci riferiamo al filo principale, io più di tutti ho titolo a scriverne. Sono infatti l’ultimo raccontatore, colui che può guardare attraverso le ere – come in un gioco di bimbi in cui si prende un tubo di cartone e ci si guarda dentro – tutte le storie che sono state raccontate. La loro latitudine sembra ampia, ma il loro baricentro non sono i protagonisti, i luoghi, gli eventi. Sono i concetti.


Quelli che leggerete.


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